Tratto dal Catalogo: CERA PERSA CLEOPATRA

Se ricerca vuol dire spirito di rinnovamento, ovvero, se le varie interpretazioni filosofiche degli antichi greci sulla materia e le distinzioni tra l’essere e il spanenire hanno costituito motivi di incentivazione alla conoscenza dei mondo spirituale, allora ogni artista, come ricercatore di una “sua” verità, deve essere considerato filosofo nel concetto letterale della parola. C’è di più: se l’artista stesso è continuamente teso a svelare i valori immateriali della sua arte, pittura, scultura, musica e quant’altro, allora si presenta il problema di qualificare lo stesso come un immaginifico compositore di elementi concreti, immagini, dimensioni, suoni, in concetti astratti e interpretativi di “cose” che solo gli stessi sanno “prevedere”.
Presupponendo che la conseguenza di questa premessa possa permettere una celebrazione di un artista in quanto il solo capace di “interpretare” l’essenza del pensiero nelle forme ad ognuno confacente, ne discende che lo stesso, avendo capacità creative, possa essere considerato un maestro di vita.
In ciò è ancora più importante riconoscere l’espressione dell’anima formatrice del “pensiero” artistico attraverso la materializzazione di questo nell’opera da lui creata.
È in questo contesto che bisogna interpretare, e riconoscere, l’affiato che spinge un artista a comporre secondo sua interpretazione filosofico-artistica.
Nel caso di Enzo Carnebianca l’aspetto “filosofico” della ricerca è rappresentato dall’evoluzione della sua arte secondo quei criteri che avviluppano ogni profilo di “produzione”, pittorica, sculturea, grafica, dove ogni tassello espressivo viene rappresentato da forme e aspetti molteplici che compongono la sua ricerca di verità tesa ad un sublime superiore alla genericità della vita.
La conferma di quanto testé citato è l’affiato che ha legato un poeta come Dario Bellezza all’arte di Enzo Carnebianca tanto da far produrre meravigliose liriche ispirate dalle opere del maestro e, quasi sicuramente, da far produrre a Enzo opere ispirate dalle poesie di Dario.
La ricerca ed il valore dell’attività di Carnebianca è stato già espresso in occasione di precedenti presentazioni per altre mostre abruzzesi, mentre, nel caso di questa, si conferma ogni profilo di virtuosità dell’arte verso la quale ci si inchina con una base di invidia per la sua capacità di essere “artista”

Renzo Mancini

Nell’evoluzione delle idee di un artista, l’elemento trainante è, e sarà sempre, la volontà di intraprendere nuove strade e nuove sperimentazioni verso le quali l’artista sente una particolare affermazione.
Nel caso di Enzo Carnebianca la sperimentazione sta andando al di là dei limiti dati dalle tecniche d’arte per trasformarsi in forme interpretative policentriche e polifunzionali quali la poesia e la musica.
Il tutto fa sì che il compendio dell’arte di Carnebianca dimostri ancora una volta l’importanza della non scissione delle varie “Muse”, ma, al contrario, quando ci si trova a fronte dell’arte pura, ci si può permettere una interpretazione concatenata di quanto le arti possano esprimere.
Enzo Carnebianca può, a buon titolo, considerarsi ispiratore di altre arti, complementari alla sua e, quindi assurgere al titolo di grande artista.
L’organizzazione di questa manifestazione darà luogo ad una serie di profili artistici interessanti per le modalità e per la forza e caratterialità dei compositori delle altre arti.

Renzo Mancini

Il Soprintendente Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici per l’Abruzzo e L’Aquila